di SIMONA GRISOLIA
I TRE GIORNI DEL CONDOR | Sydney Pollack (1975)
Colpevole di essere arrivato ancora una volta tardi, Joseph (Robert Redford), giovane ricercatore della Cia, è mandato a occuparsi della colazione dei suoi colleghi. Al rientro lo aspetta uno scenario agghiacciante. Tutti sono stati brutalmente uccisi e, probabilmente, il prossimo sarà lui. Inizia così la sua fuga dai sicari e in cerca della verità: Jo è infatti intenzionato a scoprire autori e mandanti della strage. Nel momento in cui capisce che la CIA non potrà aiutarlo, ma anzi lo metterà nella condizione di ricercato, l’uomo decide di sparire e portare avanti la sua battaglia da solo.
Tratto dal romanzo I sei giorni del condor, il film non è una pellicola semplice da seguire, soprattutto per lo svolgimento incalzante ed energico della narrazione. Il ritmo è indubbiamente fondamentale e riuscito per una storia simile, ma c’è un altro aspetto a caratterizzare la pellicola. Totalmente legato al suo destino, infatti, Joseph è costretto ad alienarsi non appena comprende che la CIA potrebbe essere la stessa mandante della strage. Senza potersi difendere e poter indagare liberamente, Joseph deve mettere da parte i suoi sentimenti e il bisogno di giustizia per sopravvivere.
Prende una scelta rischiosa ma inevitabile: sparire.
Joseph si nasconde e lascia spazio al suo alter-ego, al suo nome in codice di agente: Condor. Condor è coraggioso, determinato e cinico. Non cerca aiuti e va avanti nella sua lotta. È ostinato nello scoprire cosa ci sia di marcio nell’agenzia e chi si nasconda dietro la strage. Redford è ottimo nella parte, ogni sua espressione, ogni suo sguardo sono privi di emozione. È l’agente Condor. Rischiando tutto, sequestra una donna per nascondersi nella sua abitazione. Qui, in un affascinante snodo narrativo, ritrova una dimensione umana e nello scontro/incontro con la povera Kathy (Faye Dunaway) avviene qualcosa di inaspettato. Condor si sente osservato da una sconosciuta e non per il suo essere un agente ma come uomo, come persona. Condor si “assenta” e Joseph fa ritorno. Joseph incontra e conosce Katie. Entrambi vivono una sofferenza. entrambi da soli. Nella più paradossale delle situazioni, due solitudini si riconoscono e si perdono l’una nell’altra. Joseph e Kathie si amano e vivono il sogno di una notte.
Questi due uomini, Joseph e Condor, sono opposti l'uno all'altro, come nella realtà dell’azione avviene tra CIA e Joseph, Condor e sicari. Pollack, cineasta di grande esperienza, dispiega egregiamente questi tripli rapporti nelle sequenze narrative, realizzando così un film che non a caso viene ancora ricordato.
*SIMONA GRISOLIA
Amante dell’analisi del film e di tutto quello che riguarda la settima arte. Scrive recensioni per divertirsi e per avere la “scusa” di dover vedere un altro film! Ma la lista non si accorcia, e forse è un bene. Ha studiato lettere, musica e cinema. Ama Luigi Pirandello, la musica VERA, le passeggiate in montagna e tutto quello che riguarda la LIS.
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