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De herbarum virtutibus

REDAZIONE



"le Opere mie, che si hanno a stampare con le figure,

perchè senza figure è una vanità"

[Ulisse Aldovrandi]




Dall’Antichità classica fino alla fine del XV secolo le descrizioni di piante e delle loro virtù farmacologiche venivano raccolte in erbari, manuali botanici accompagnati da immagini naturalistiche. Questa selezione di raffigurazioni è parte di un erbario medico del XV secolo proveniente dall'Italia settentrionale (molto probabilmente dal Veneto). L’erbario riprende il testo attribuito a un autore del IV secolo d.C. noto come Pseudo Apuleio. Le piante, disegnate a mano, sono accompagnate dall’elenco dei diversi nomi con cui erano conosciute all’epoca nonché delle loro virtù terapeutiche e le ricette mediche.





Nel corso del sec. 4° a.C. l'erbario sviluppò una precisa tipologia testuale e figurativa, che anche successivamente non subì sostanziali modifiche. La codificazione simbolica delle piante altamente stilizzate, con volti umani e altri elementi fantastici, come la vegetazione antropomorfizzata e le radici a forma di drago seguivano ampiamente le convenzioni medievali: la convinzione che ogni erba contenesse specifiche sostanze terapeutiche. Le piante venivano raffigurate quasi sempre nella loro interezza, con foglie, fiori e radici, in una visione frontale e bidimensionale e con una struttura simmetrica. In molte raffigurazioni la presenza di un animale è legata alle virtù medicinali della pianta rappresentata: se l'immagine include un serpente, la pianta è utile contro i morsi del medesimo animale.





Nella trasmissione delle immagini la tradizione pittorica dell'erbario classico non andò mai interamente perduta; è infatti possibile individuare un continuum nelle sequenze figurative che dal mondo greco si riconnettono alle immagini naturalistiche del primo Rinascimento, quando iniziò ad affermarsi l’esigenza di raffigurazioni più dettagliate e realistiche.

I diversi stili di illustrazione che si rinvengono nelle diverse copie testimoniano le modifiche apportate al manoscritto nel corso delle generazioni. Gli erbari, infatti, erano destinati soprattutto a un uso pratico e ciò fece sì che i possessori lo arricchissero con glosse e integrazioni frutto della loro esperienza.



[Per la raccolta completa delle immagini University of Pennsylvania Libraries]
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